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anelli2018

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OGGETTI REALTUALI ...2015...

cartolina orizontale500

Note tecniche

Elenco delle appliazioni usate 

 

Template JSN Boot (free). Non troppo complicato e con aspetti interessanti nel componente JSN PowerAdmin

Componente/modulo Widgetkit (free). Usato per creare la slide in prima pagina e per le spotlight

Modulo/plugin SIGPLUS (free) . In Sculture topologiche, Mostre, Foto le ultime 16, Anelli, Bottoni, Sculture

Joomla Gallery. Balbooa.com (free). In Moduli

jQuery Thumbnail Scroller (free). In Appunti Sculture

Applicazione WOW Slider (pay). Si lavora in locale per costruire la slide, poi l'applicazione confeziona il modulo da trasferire in Joomla. Molto facile da usare e ricca di effetti. In Sculture/Figure topologiche, Pitture, ...Realtuali

SP accordion modulo (free). Accordion a discesa in Home e Mostra 2008

Plugin Accordion FAQ (free). Nei testi delle fotografie e in Realtuali

JCEMediabox plugin (free). In Altre sculture, Flauti ...

OS Gallery (free). In Immagini virtuali

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Scorrevole

arabesco

Durante l’Accademia (1970), oltre a studiare e a realizzare alcune sculture geometriche curve nel laboratorio diretto dal maestro Alberto Viani, mi sono dedicato ad una ricerca sulle simmetrie e sul nastro di Möbius, scoperto in un libretto di Bruno Munari. Ho portato avanti la ricerca svolgendola in una modularità visiva e cercando una qualche corrispondenza con l’arte programmata. Mi interessavano gli ornati geometrici, gli arabeschi in genere e d’Alhambra in particolare. In un libro illustrato di questo palazzo ho trovato l’immagine di un arabesco quadrato che mi piaceva particolarmente perché non si basava su semplici ripetizioni, ma partiva dal centro e si sviluppava con una certa quantità di moduli derivati dall’ottagono, la figura geometrica su cui era basata tutta la costruzione. Con stecca e compasso, partendo dal quadrato contenitore, sono riuscito a decifrare lo svolgersi dei passaggi e a ottenere le linee di base necessarie per ricostruirlo.

Di tanto in tanto emerge una tendenza ad una dimensione più fluida, contrapposta al rigore tecnico e si manifesta in piccoli disegni a inchiostro o minimi dipinti ad acquerello-tempera. È indimenticabile una saltuaria partecipazione alle “azioni” di Giorgio Fabbris e qualche attività di questo genere svolta in proprio.

In seguito (1980) la ricerca si concentra sull’uso della macchina fotografica, ma ho impiegato un po’ prima di scoprire quale fosse il mio interesse. Mi piacevano molto le foto di Man Ray, ma inizialmente producevo solo i soliti oggetti, paesaggi, ritratti. È stato un significativo evento a farmi trovare il mio specifico interesse e a dimostrarmi che era fattibile. Era estate e in amichevole compagnia trascorsi tutta una notte afosa bighellonando, passeggiando, chiacchierando, finché una ragazza mi disse: «Andiamo a vedere l’alba?» Certo, e arrivati in un campo su un colle decise di farsi fotografare nuda, illuminata dai primi raggi di sole. Poi non accettò di posare su mia richiesta perché – diceva – voleva essere lei protagonista. Rimasi deluso ma neanche tanto: mi aveva indotto a capire, avevo capito che il nudo femminile è raggiungibile, e che questa era la strada per indagare il mio mondo femminile verso cui un filo attraente era fissato. Ho cercato di scavarlo e comprenderlo aiutandomi con giochi di parole per non prendermi troppo sul serio e riuscire a fare delle proiezioni. Così sono uscite delle foto e ho scoperto pazientemente il mio femminile (meglio tardi che mai) a volte sensibile, intimo e riservato, altre spiritoso, altre ancora spietato. Non sono foto per tutti, le ho fatte per me, per mostrarmi e mostrarle, direi come un’analisi autoprodotta, che però ha bisogno di essere oggettivata, pubblicata, per diventare vera, staccata e infine per liberarmene. Ma non è bastato il livello visivo: sentivo ancora la necessità di scavare e tirare fuori, di spiegarmi. Così, guardando le foto come macchie di Rorschach, anche gli scritti associati continuano questa analisi. Li sento come schizzi crudi, a volte forzati, a volte descrittivi e corretti, altre divaganti, divergenti, ma nell’insieme contribuiscono a esplicitare, ad approfondire i miei contenuti, e posso affermare che dopo mi sono sentito finalmente libero, così tanto da condividere finalmente un vero legame affettivo, resistente a tutte le intemperie, che dura tuttora.

Durante e dopo la produzione fotografica ho cercato di trasportare gli stessi contenuti in una dimensione scultorea, senza giochi di parole, più solida, e da qui ho proseguito riducendo il figurativo, integrandolo con semplici elementi animali mitologici, assimilandolo in forme geometriche più o meno rigorose e poi togliendolo completamente, per lasciare il posto a...

Il nastro di Möbius, che ai tempi dell’accademia mi divertivo a tagliuzzare, ora diventa elastico e, in quanto tale lo esamino insieme al piano, al piano proiettivo, al toro e all’otre di Klein. Metto uno o qualche buco su queste superfici e cerco di indagare con metodo i passaggi verso altre forme topologicamente corrispondenti. All’interno di questa indagine, condotta con passaggi continui da plastilina a schizzi e viceversa, emerge ogni tanto una forma seducente e con la creta la risolvo in una piccola scultura curva, sensuale come tutte le curve.

Nel 1997 ho cominciato ad usare il computer. Mi attrae l’oggetto virtuale completamente situato in un posto dove ci sono solo 0 e 1, definito da curve geometriche che non occupano spazio fisico se non quello della memoria del pc, con cui non mi sporco le mani. Mi sembra che in questo modo l’oggetto sia più vicino all’idea, meglio definibile, senza dovere fare i conti con i problemi tecnici della dimensione fisica. Ma c’è un risvolto che mi ha spesso attratto: l’assenza dell’unicità, l’eventuale possibilità di riprodurlo in un numero indefinito di copie mediante un processo di stampa bi o tridimensionale. Mi sarebbe piaciuto ricostruire virtualmente le mie sculture topologiche per avere un punto di partenza da cui proseguire, ma tuttora non ci sono riuscito pienamente, trovo sempre dei punti di discontinuità che non so risolvere. Allora mi sono dedicato allo studio di programmi che hanno trovato un'applicazione nell’ambito scolastico, sia sul piano didattico con programmi di grafica, sia sul piano della comunicazione con programmi per la costruzione di siti e altro. Personalmente mi sono impegnato nell’approfondire lo studio del 2d e del 3d cercando di recuperare i precedenti interessi verso la modularità, anche perché allora avevo un sogno che la tecnologia a me disponibile non era in grado di realizzare: animare i moduli, gli arabeschi. Ora è possibile e ho realizzato una serie di animazioni direzionate in questo senso, aggiungendo infine un'avvolgente dimensione spaziale. Suppongo che per un po’ potrei andare avanti in questa direzione.

Infine qualche accenno alla musica: non ho le giuste doti del musicista, ma a intervalli sparsi mi diverto a suonare il flauto, a costruire bansuri in plexiglas, a comporre brevi brani digitali a sostegno delle animazioni.

Ultime pubblicazioni

Maggio 2022 - Nuovo sito 8ni.it

8ni.it è una estensione del sito pigicremasco.it, destinata all'esposizione di anelli e oggetti virtuali ordinati in collezioni.

Nella pagina COMMENTI c'è lo scritto di Giorgio Fabbris "Considerazioni reali sopra anelli virtuali"

Febbraio 2020 - Scultura COSTRUZIONE

Questa è la prima scultura eseguita all'Accademia di Venezia nell'anno 1970/71 (altezza 150cm circa).

z costruzione

 Ottobre 2019 - Da Giorgio Fabbris a Piergorgio Cremasco

Caro Piergiorgio, è proprio un viaggio dantesco quello che mi hai spedito. La sensazione è assai complicata, ma nello stesso tempo mi è chiara l'impostazione che schematicamente chiamo “arte visuale”. Però questa non è la cosa principale, perché a ben guardare scopro che il tuo è un geometrico viaggio dantesco e insisto su questa ipotesi, perché la mia immaginazione mi porta a considerare uno schema medievale della credenza di ciò che ci aspetta dopo la morte. Solo che il purgatorio, paradiso e inferno allora erano raccontati con figure umane e figure mostruose o celestiali, mentre nel tuo caso la mia percezione vede che, al posto di corpi antropomorfici, tu hai inserito corpi geometrici razionali e “mostruosamente” complicati, tanto che l'occhio, come hai detto tu, è triturato dalla complessità acuminata nel tuo trittico. L'astuzia sta nel mettere in difficoltà l'osservatore nel decidere quale dei tre gironi coincide con l'inferno, il paradiso ecc. Sarà per questo che ritengo la tua ricerca assai importante e conforme ai tempi che viviamo, cioè eticamente è sempre più difficile prendere posizione, perché la geometria non è più elementare, ma, come leggo nella tua introduzione, assai complessa. Con ciò confermo il mio fascino, ma anche il mio imbarazzo nel percepire il tuo trittico. Senza dubbio mi manca la competenza per giudicare serenamente i tuoi elaborati, però mi fido della mia percezione visiva e ti assicuro che i tuoi Cubiciconcentrici sono per me una inconscia descrizione di caotici avvenimenti antropologici “mascherati” da una algida geometria che occlude il tragico marasma che gli sta dietro. Sono degli strani oblò dietro i quali succede il bene e il male, però non ci è dato di vederlo, perché nessuno realisticamente può, al di là della fantasia, dirci dell'oltre vita. Certo che nelle notti oscure il tuo schermo impassibile ti ha permesso, anche se con gran fatica, di avvicinarti alla conoscenza mefistofelica... per questo mi fido relativamente della stucchevole complessità della geometria. Da “homo predigitale” sono troppo legato alla commensurabilità, perciò stimo il tuo lavoro perché mi masturba la retina, ma una volta finito mi trovo la linea piatta della pianura e qualche curvilinea di colli abbastanza monotoni. Caro il mio spazialista, grazie per il trittico tremebondo.

Un caro saluto, Giorgio.

Odessa, ottobre 2019

 

Ottobre 2019 - Cubiciconcentrici.

Affascinato dalle figure impossibili di Oscar Reutersväld e dai quasi-cristalli di Roger Penrose, dagli anni '70 in poi ho intrapreso tre strade sulle distribuzioni modulari concentriche. I ribaltamenti, i kirigami, e una più libera ma tutt’altro che facile distribuzione di moduli a più settori circolari, ad estensione infinita.
A quest'ultima appartengono queste tre distribuzioni, a 3x3 settori, la cui difficoltà consiste nel congiungere un settore all’altro in modo che ne risulti un effetto solido visivamente ineccepibile, secondo l’ottica delle figure impossibili di Reutersväld.

Cubiciconcentrico-1Cubiciconcentrico-2Cubiciconcentrico-3

Agosto 2018 - Anelli 2018.

anelli2018

Luglio 2017 - Anelli "neri".

anelli gruppo4 2

Marzo 2017 - Scultura quadricoxa, genere fantaerotico, creta, fine '80, 10cm (proprietà Valentina Carminati).

quadricoxa1 900

 

Marzo 2017 - Pubblico alcune foto di bitrombauna sculturina in creta eseguita negli anni '90 (proprietà Toni Urbani) e sorella di trombaKlein ad un'unica bocca.
L'ho fotografata solo ora. Si vede che allora non avevo tempo da perdere...

P1050100b

Settembre 2016Aggiornamento della pagina anelli con una nuova collezione.

anelli gruppo3

Luglio 2016 - LA BOTTEGA VIRTUALE. Testo di Adriano Tomba

Dicembre 2015 - Aggiornamento della pagina anelli con una nuova collezione.

anelli pigicremasco2

 

 

Settembre 2015 - Pubblicazione articolo di Floriana Donati sul Giornale di Vicenza

 

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