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Diana

Diana, sei la dea importante costante distante: un armadio a tre ante per tre camicie maschili con umidi sfilacciamenti. Sei la stella del mattino, lucente e pungente. Non ti vedo tanto, ma ti sento modella vicina vera maestra tangibile ragazza soda.
Quante frecce ti ho tirato! Tu le porti come trecce se ti pare. Tu ti presti come preda da colpire. 
Ma ti ho presa? Mai ferita? Tu ci giochi con le frecce che ti prendono al trapezio, tele stacchi ele rilanci in un gioco senza fine. Sei nata trapezista, freccia tonda, sempre fresca, in volo.
Stella del mattino, aurora lontana, prepari la rugiada. Mentre dormo mi comprendi e mi indichi la strada. Io di giorno non so quanto ti capisco, ti sento. Sei sfuggente, sei la coda, la cona che suona, sei cometa bella come te.

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