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Rovorettile (Spine)

Se qualche sirena ha intenzione di mettere la testa a posto, si tappa bene il naso con le dita e pensa "mi tradisco" buttandosi in un rivo. Diventa un rovo.
Porta avanti così la sua nuova esistenza con le spine tagliuzzando mani braccia gambe e altro di chi passa.
Un passante, ferito, si ferma per staccarsi dalla verde biscia rovina e per curarsi. Dato che è lì ed è la buona stagione, si consola succhiando con gusto qualche frutto di mora del rovo e come parlandogli dice: - Non c'è spina senza mora -.
Al che il rovo si trasforma in un nudo corpo retinato in nero di donna stupenda che sulla schiena porta una lunga cresta di spine che si biforca sul sedere per scendere su cosce e polpacci.
- Un rettile così non s'è mai visto! - dice il passante.
- Non temere - risponde la donna rovo rettile - presto la pelle di rettile e le spine rientreranno nel mio corpo che diventerà tutto di bianca pelle e sarò finalmente una donna.
- No, non cambiare, resta così, aspetta! Vado a prendere la macchina fotografica, l'ho lasciata qui vicino in auto -. - No, aspetta tu per favore, non c'è fretta per la foto. Hai paura di me? Vuoi scappare?
Sono buona sai, e dolce come le more che hai mangiato. Non è vero che erano buone? Ecco, sono così, e anche molto di più... Dai, vieni qui, avvicinati - e gli tende una mano. L'uomo le porge la sinistra esitante, ma presto i suoi pensieri se ne vanno per lasciare il posto ad un piacevole stupore, come un buon odore. Sente il respiro di lei dolcissimo, calmo ma invitante, vitale, naturale come un morbido suono indiano.
- Ora che sei qui, ti prego, metti la tua mano qui sulla mia pancia, ecco, bravo, te la tengo con le mie, e con l'altra adesso ti spiego. E' un regalo che voglio farti, un regalo unico, a te che mi hai liberata pronunciando quelle parole. Io starò ferma per non pungerti e tu con le dita toccami le spine che ho dietro, le premi con delicatezza alla base, le sfiori, le pizzichi ... Vedrai che ti piace, sentirai, prova e capirai... le tue parole erano così chiare, non ho dubbi, mi suonerai -
L'uomo ascolta incantato le parole che sono un respiro che sospira di sfondo il suono del bosco. Tocca una spina: è una corda d'arpa che vibra un accordo celeste, e dalla punta esce una stilla che presto si dissolve e diffonde un profumo di more di mare di brezza di fiori di pane ... Si ingegna, tocca più spine, e poi con due mani altre spine: un concerto campestre con tutti gli strumenti dell'area mediterranea, e poi altri ancora, e una voce, tante voci, e poi delle pause piene di echi e di silenzi assorbenti, e poi ancora odori suoni e canti. Intanto, chi sa quanto, le spine si fanno piccine e la rettile rete quasi scompare. L'uomo continua a toccare fino all'ultima traccia di spine, su e giù per il dorso di lei, ed è felice, lei anche. Infine la donna, tutta bianca, gli dice: - sono un po' stanca -.Va bene, andiamo - e insieme a braccetto se ne vanno a stendersi su un prato. Si riposano, poi si amano e giocherellano ancora un po'.

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